arte e scuola - bimba che tiene un pennello ed ha le mani sporche di colore arte nelle scuole

L’arte è una materia di cui si parla troppo poco nella scuola di oggi.

Tuttavia, credo che sia di fondamentale importanza insegnare ai ragazzi il gusto dell’estetica, e l’arte è un modo per farlo.

Nel mondo di oggi, dove la cultura del bello sembra essere in declino, il gusto per l’estetica saranno gli elementi che salveranno il mondo dalla tristezza in cui sta cadendo.

I giovani di oggi hanno bisogno di capire la vera essenza dell’arte e non fermarsi alla superficialità. Le barriere devono essere rotte per far comprendere la ricchezza che abbiamo.

Le materie artistiche sono una componente essenziale nella formazione di un giovane, ma purtroppo spesso vengono trascurate o trattate superficialmente.

Personalmente, ritengo che l’insegnamento delle materie artistiche non deve essere visto come un’attività ricreativa ma come una disciplina che aiuta a sviluppare le capacità intellettuali dei giovani.

Gli insegnanti dovrebbero fare di più per integrare le materie artistiche nei programmi scolastici, nei laboratori e nelle attività extracurriculari. Organizzare visite a musei, mostre d’arte, invitare artisti e critici a parlare delle loro opere, e offrire ai ragazzi la possibilità di esporre le loro creazioni sono solo alcuni esempi di attività che possono valorizzare l’insegnamento delle materie artistiche.

Ho avuto la fortuna di frequentare scuole dove le materie artistiche erano molto valorizzate e dove ho imparato ad amare e apprezzare i grandi artisti del passato e del presente, solo grazie all’impegno di singoli insegnanti. Spero che in futuro si possa fare ancora di più, ed integrare maggiormente nel sistema scolastico materie e argomenti, per educare i giovani al gusto dell’estetica e alla conoscenza delle arti in generale.

L’insegnamento delle materie artistiche non deve essere considerato un optional, ma una vera e propria materia fondamentale per l’educazione dei giovani. Solo così possiamo formare donne e uomini consapevoli, attenti e aperti al mondo e a tutte le sue sfaccettature estetiche e culturali. Non dobbiamo dimenticare che l’arte non è solo bellezza, ma è anche rimando ad una profonda criticità del mondo che ci circonda.

L’insegnamento delle arti nelle scuole è, quindi, un’opportunità unica per creare persone capaci di cogliere al meglio l’essenza dell’esistenza umana. Allo stesso tempo, è anche una modalità di conservazione della memoria storica e culturale del nostro paese, che dovrebbe essere sempre più valorizzata e incentivata.

In un mondo in continua evoluzione, attraverso l’insegnamento delle materie artistiche, i ragazzi possono apprendere a guardare il mondo con occhi curiosi ed esplorare nuovi modi di espressione. L’arte rappresenta una delle forme più diffuse di espressione e di comunicazione umana, dove si possono cogliere racconti e storie, emozioni e pensieri profondi dei singoli autori e delle collettività di cui fanno parte.

È importante che il nostro sistema scolastico valorizzi l’insegnamento delle materie artistiche e che gli insegnanti siano sempre più preparati ed entusiasti su questo fronte. Solo così, potremo dare ai nostri giovani un bagaglio culturale e creativo che sarà utile a loro e al futuro delle nostre società.

In questo articolo metto in chiara evidenza quello che potrebbe starci dietro ad un disegno realizzato da un bambino.

L’educazione all’arte è un passo fondamentale per la crescita di una società consapevole e attenta alle bellezze del mondo.

(Puoi guardare anche questo video sull’argomento nel mio canale youtube)

una statuina di un omino di argilla in un frame del cortometraggio Framed di Marco Jemolo

Framed un cortometraggio di Marco Jemolo

Ti sei mai chiesto cosa dicono o pensano le statuine, i burattini, i giocattoli? Forse potresti immaginare la risposta ricordando film Toy Story della Pixar. Oppure ci piace pensare alla visione romanzata e con un finale a lieto fine del mondo inanimato che prendeva vita nelle nostre menti da bambini, o ancora alla versione ribelle di una sedia, come nel film A Chairy Tale del canadese Norman McLaren.

Eppure quella domanda rimane ancora nella nostra mente da grandi. Conosco chi da ancora dei nomi al proprio PC, alla propria auto o moto. Esistono al mondo – forse lo sei anche tu – persone che danno ancora, una vita o personalità agli oggetti che li circondano anche da adulti, rintanandosi nell’immaginazione più pura e nel ricordo di quel mondo che ci circondava da bambini.

Questa è una domanda che si è posto anche il regista Marco Jemolo e che, a mio parere, ha risposto egregiamente.

Da tempo sono impegnato nelle ricerche sull’animazione di personaggi. Se dovessi spiegare in poche parole il termine stop motion potrei farlo spiegare in meno di 7 minuti al questo regista.

Framed è un poetico capolavoro di cortometraggio premiato in molti eventi e festival della cinematografia.

Un concetto semplicissimo raccontato nel modo più complesso di fare un film.
Si, perché il lavoro in stop motion prevede un lavoro in produzione interminabile, fatto di piccoli movimenti e ripetizioni infinite delle riprese. La frammentazione e la rielaborazione del principio che sta alla base della pellicola. Frame by Frame.

In questo cortometraggio ho scoperto la vera essenza del racconto, in tutta la sua terribile brevità, un concetto che va ben oltre la domanda “Chi siamo?”. Un credo che sta alla base della nostra infanzia e che raccoglie i sentimenti di chi non vuole abbandonare le cose a lui care.

Il corto, se siete a casa, lo trovate su Prime Video oppure potete guardarlo anche qui. Ne vale la pena!

Dopo aver presentato un logo mi imbatto spesso in una domanda semplice ma con tutto un mondo dietro: cosa mi ha spinto a scegliere quel colore?

Potrei cominciare a citare una letteratura intera su cosa si trova dietro allo studio dei cromatismi per un progetto. Il significato dei colori nella mente degli utenti. Quanto possa essere così distante lo stesso colore se solo ci spostiamo da un continente all’altro. Gli usi radicati nella tradizione di un popolo. L’estrazione dei pigmenti e le origini stesse del colore, radicate in un’appartenenza, che spesso non lascia traccia sulla carta, ma soltanto nei racconti tramandati da uomo a uomo. 

Potrei parlare dell’assonanza, dei contrasti, degli accostamenti e la continua sperimentazione. Le “regole” dei primari, analoghi, dei complementari, divergenti o equidistanti, e la loro rottura.

Eppure dietro ad ogni singola scelta, credo ci sia stata una sola motivazione: il cuore.

Se chiedi ad un musicista perché abbia scelto quella sequenza di note non riuscirebbe mai a metterci la tecnica nella sua risposta. Un cuoco non potrebbe mai relazionare l’accostamento fra il profumo e la consistenza della polpa di un pomodoro. 

Diffido sempre da chi vuole anteporre il tecnicismo alle scelte di stile, soltanto per dare spessore a ciò che si sta vendendo e non proponendo.

Non voglio dire che scelgo a c***o, ma che la spinta della stessa scelta viene comunque sorretta dal continuo studio della materia. Questo fa si che diventi spontanea nel momento dell’avvenimento.

Forse la risposta potrebbe sembrane banale, ma di certo resta quella più vicina alla mia verità. Una scelta fatta a occhi chiusi, accompagnata dal respiro e dal sorriso di chi osserva, in quel momento, davanti a me.