E come tutte le storie che vanno avanti nel tempo, quella del mio blog è arrivata al 1 compleanno. Un anno fa cominciai a scrivere su questo spazio finito argomenti indefiniti.
Un anno pieno di cambiamenti, pieno di avventure, di delusioni, di sconfitte e di vittorie. Un anno che mi ha visto protagonista di giornate meravigliose, oppure spettatore passivo di quello che amo definire brutto tempo. Un giorno particolare questo, perché come ogni anno in questo giorno, da quando sono nato, io festeggio la mia nascita. Forse è errato dire ogni anno perché da un paio d’anni a questa parte non è più la stessa cosa. Da qualche tempo a questa parte molte delle occasioni che amavo festeggiare sono svanite nel nulla, come svaniscono i sogni. Io credo che parte dei nostri sogni vadano a finire in un luogo ben definito, e che poi col tempo, riusciremo a trovare questo posto, e proprio li, ogni uno di noi, riuscirà a rivivere tutto quello che non ha potuto in una vita intera. In quel posto ci sarebbero tante persone, e tante cose, i più di mille oggetti persi in una vita, come la macchinina rossa che avevo da bambino. Oppure riuscirei a trovare la fortuna che ho perso per strada, o forse la vita che restò chiusa dietro quella porta bianca della terapia intensiva. Una porta chiusa troppo tempo e troppo presto, e che forse non poteva esistere, se dietro ad ogni “non preoccuparti” ci fosse stata, l’attenzione che ha una madre per il proprio figlio. Non che gli anni passati siano da rimpiangere, ma di sicuro i silenzi e le assenze sprecate si. Non mi resta altro che dire buon compleanno a me che sto ancora qua a scrivere tutto quello che mi passa per la testa e, buonanotte a te, che da sempre mi guardi e non sai dire altro che… statt accort a nonn.
Avere la sensazione che sbagli sempre.
Discorsi buttati al vento che non ritorneranno mai indietro.
Aggressioni scolpite sulla pelle di una lei che non è la tua ragazza.
Lei vita da cane ma senza le pulci.
Vita molesta di un insegnate con lo sguardo alla classe vuota.
Voltando la pagina è che scopri il bianco di un libro finito prima dell’inizio.
Non ti vedo più come prima, allo specchio di quelle mattine di primavera.
Tornando in te è che a te si ritorna.
Mente che viaggia da sola sull’autostrada della non curantia.
https://vittorioerrico.it/wp-content/uploads/2012/02/la-non-curantia-testi-e-poesie-di-vittorio-errico-blog-scaled.jpg14632560vittorioerricohttps://vittorioerrico.it/wp-content/uploads/2017/01/logovittorioerrico-300x300.pngvittorioerrico2012-02-27 12:27:002024-08-05 19:13:36la non curantia
Si è visto mai che ci sta qualcuno che parlasse e non ci fosse un solo cretino che grida: “hai ragione!”. Non per vantarmi ma qua al giorno d’oggi ti danno un microfono e millelire e subito mi pare che a tredici anni sei stato al fronte. Non che io sappia scrivere di meglio, ma se tu continui a parlare peggio del tuo culo non mi chiedere di ascoltarti.
Mi dici che la parola è libera, ma la trasmissione è sua, e poi ci si mette la pubblicità e quell’altro che mi pare uno bravo, che magari sa pure il fatto suo. Non m’importa di che partito sei fatto, tanto sono tutti dello stesso. Il partito della millelire. Uno in fondo al corridoio l’ho sentito gridare: “avessema turnà a lira!”. Mi dispiace per mio padre che si sogna le marchette la notte e fa a botte col postino per non avere la bolletta da pagare…ma io il microfono non lo tengo e magari avessi pure la millelire.
buon compleanno
E come tutte le storie che vanno avanti nel tempo, quella del mio blog è arrivata al 1 compleanno. Un anno fa cominciai a scrivere su questo spazio finito argomenti indefiniti.
Un anno pieno di cambiamenti, pieno di avventure, di delusioni, di sconfitte e di vittorie. Un anno che mi ha visto protagonista di giornate meravigliose, oppure spettatore passivo di quello che amo definire brutto tempo. Un giorno particolare questo, perché come ogni anno in questo giorno, da quando sono nato, io festeggio la mia nascita. Forse è errato dire ogni anno perché da un paio d’anni a questa parte non è più la stessa cosa. Da qualche tempo a questa parte molte delle occasioni che amavo festeggiare sono svanite nel nulla, come svaniscono i sogni. Io credo che parte dei nostri sogni vadano a finire in un luogo ben definito, e che poi col tempo, riusciremo a trovare questo posto, e proprio li, ogni uno di noi, riuscirà a rivivere tutto quello che non ha potuto in una vita intera. In quel posto ci sarebbero tante persone, e tante cose, i più di mille oggetti persi in una vita, come la macchinina rossa che avevo da bambino. Oppure riuscirei a trovare la fortuna che ho perso per strada, o forse la vita che restò chiusa dietro quella porta bianca della terapia intensiva. Una porta chiusa troppo tempo e troppo presto, e che forse non poteva esistere, se dietro ad ogni “non preoccuparti” ci fosse stata, l’attenzione che ha una madre per il proprio figlio. Non che gli anni passati siano da rimpiangere, ma di sicuro i silenzi e le assenze sprecate si. Non mi resta altro che dire buon compleanno a me che sto ancora qua a scrivere tutto quello che mi passa per la testa e, buonanotte a te, che da sempre mi guardi e non sai dire altro che… statt accort a nonn.
la non curantia
Avere la sensazione che sbagli sempre.
Discorsi buttati al vento che non ritorneranno mai indietro.
Aggressioni scolpite sulla pelle di una lei che non è la tua ragazza.
Lei vita da cane ma senza le pulci.
Vita molesta di un insegnate con lo sguardo alla classe vuota.
Voltando la pagina è che scopri il bianco di un libro finito prima dell’inizio.
Non ti vedo più come prima, allo specchio di quelle mattine di primavera.
Tornando in te è che a te si ritorna.
Mente che viaggia da sola sull’autostrada della non curantia.
con millelire
Si è visto mai che ci sta qualcuno che parlasse e non ci fosse un solo cretino che grida: “hai ragione!”. Non per vantarmi ma qua al giorno d’oggi ti danno un microfono e millelire e subito mi pare che a tredici anni sei stato al fronte. Non che io sappia scrivere di meglio, ma se tu continui a parlare peggio del tuo culo non mi chiedere di ascoltarti.
Mi dici che la parola è libera, ma la trasmissione è sua, e poi ci si mette la pubblicità e quell’altro che mi pare uno bravo, che magari sa pure il fatto suo. Non m’importa di che partito sei fatto, tanto sono tutti dello stesso. Il partito della millelire. Uno in fondo al corridoio l’ho sentito gridare: “avessema turnà a lira!”. Mi dispiace per mio padre che si sogna le marchette la notte e fa a botte col postino per non avere la bolletta da pagare…ma io il microfono non lo tengo e magari avessi pure la millelire.