Ho ascoltato un uomo che soffriva per aver perduto l’unica cosa che si potesse chiamare donna.

Ho ascoltato un uomo che a vederlo pareva l’avesse uccisa con le sue stesse mani. Ho ascoltato un uomo che piangeva per aver tradito l’unica vera vita che gli era rimasta. Ho ascoltato un uomo che quando lo vedevi non pareva di stare li con lui. Ho ascoltato lui e pareva di ascoltare me.

Sono fermo, con lo sguardo sospeso nel vuoto.

Costringo gli occhi a guardare nel buio, a vedere immagini di uno spazio che non esiste. Osservo come passa il tempo, come gli alberi cambiano la loro forma, come le persone cambiano la loro residenza. La pioggia fuori si porta giù tutto quello che trova, come a lavare via i peccati di una società che continua a fare del male. Si sente in lontananza il rumore delle auto, che non si fermano. Flebile il miagolare della mia gatta, non la aprirà nessuno, e lei lo sa. Resto fermo con lo sguardo nel vuoto e credo che passerà dell’altro tempo ancora.

Vedo te e immagino la grazia,
vedo te e ascolto il canto degli uccelli,
vedo te e mi risveglio col sorriso,
soave e dolce melodia
che invade il mio cuore
che sorregge la mia anima.

A te che sei sempre stata in me.

Una fotografia scattata a Berlino

Come un riflesso fra i palazzi di vetro, mi pare di toccarti, ma poi scompari fra le fredde superfici.

berlino novembre 2009

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Si viaggia di notte, la notte si guida meglio. Arrivo all’alba. Di la il sole sorge sul mare. La terra è rossa. Mi pare di stare da un’altra parte, mi pare di affacciarsi su un’altro continente. Gli ulivi fanno la differenza, solo loro riescono a stare qui. Credo che trent’anni fa ci stavano sempre loro, e qualcuno, forse pensava la stessa cosa. Qui la terra è rossa, come da un’altra parte.

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