La storia del Ghost per eccellenza in Graphic Design

Chi è che non si ricorda la barzelletta che ci si diceva da bambini del fantasma formaggino? C’era sempre il solito che cercava di raccontarla. Il Fantasma formaggino, un fantasma dalla vita distrutta.

Uno spettro che non poteva fare paura perché si manifestava col nome di formaggino, una cosa che neanche con la cattiva digestione poteva fare del male. Solo in due ebbero paura di lui in tutta la sua misera storia, il francese e tedesco che, udendo la voce del fantasma, scapparono via dal castello. Ho scoperto leggendo questo link che la storia nasce con un italiano che chiuderà la vicenda, anche se dalle mie parti le barzellette raccontate con i tre personaggi hanno come protagonista un napoletano. La distinzione rispetto all’italiano generico viene dettata forse dall’ingegnosa soluzione utilizzata dal protagonista della barzelletta. Mi viene in mente un detto napoletano che narra: “‘o napulitano se fa secco, ma nu more!” (il napoletano si fa magro, ma non muore).
Leggendo altre cose, mi è venuta voglia dare lustro alla inutile carriera di questo spirito vagante. Che comunque appartiene alla nostra infanzia e continua ancora a far divertire i più piccoli. Il fantasma formaggino dovrebbe diventare un cult della barzelletta per piccoli, e tutti dovremmo impegnarci a far si che accada.

Vi ricordo che saranno a breve disponibili anche le magliette del fantasma formaggino, che possono essere richieste inviando una mail.

Stai scappando da quello che non riesci a vedere.
Insegui chi ti ha sempre evitato.
Apparente l’orgogliosa vittoria.
Insignificante l’inutile sconfitta.
Insieme alle altre cose della terra,
ti ritrovi ad avere lo stesso aspetto.
Passo inosservato davanti ai tuoi occhi.
Le ombre sull’asfalto si deformano nelle increspature,
salendo sulle mura di una città ormai sul baratro.
Chiedo te, e non ho la voce.

Un cortometraggio ispirato alla vita di Modigliani con la mia Direzione della Fotografia

Cominciato più di un anno fa, viene portato a termine il cortometraggio ispirato alla vita di Modigliani intitolato “A mo di Modì”, un progetto firmato da Stefano Cominale con la mia direzione della fotografia e prodotto da DINO film and video factory. Il cortometraggio ha assunto diversi aspetti durante tutta la sua tormentata produzione, ma poi finalmente vede la luce premiando in maniera positiva la fatica di chi ci ha messo il cuore nel realizzarlo.

Ci sono state diverse collaborazioni, per questo cortometraggio, di vecchia e nuova origine con la produzione DINO. Come si potrebbe evincere dal trailer pubblicato in questi giorni, la storia oscilla tra una Parigi degli anni venti ed i giorni nostri.

La fotografia di questo cortometraggio cerca di essere la sintesi della pastosità dei colori, che un pittore riesce a mescolare sulla propria tavolozza. La forza dei contrasti fra ombre e luci fra ragione e follia, viene esasperata da un utilizzo costante di singoli punti di luce.

La saturazione esasperata in alcuni punti delle scene d’epoca, rievoca l’artificioso intervento con i colori, che l’uomo effettua sulla tela, rendendo la percezione degli spazi il risultato di un racconto, una rielaborazione di quello che viene vissuto e viene riproposto. I molti neri descrivono in un unico intervento, il carattere bohémienne di Modigliani, e l’instabile stato d’animo di Lei.

Molto interessante è stata l’interpretazione egli ambienti di un’epoca che non ho vissuto, e che potevano essere letti solo con la luce del sole o la debole luminosità delle candele. Un particolare grazie va a tutti quelli che hanno lavorato al progetto e a Salvatore Errico instancabile compagno di viaggio.

Il trailer

 

Un cortometraggio in concorso al Giffoni Film Festival…e chi se lo aspettava?!

Comincia la giornata con la solita telefonata ad Angelo (il regista) per organizzarci sull’ orario di partenza. In parecchi sanno la notizia e mi chiedono cosa stessi provando io rispondo a tutti con la stessa frase: “Fa caldo”.

Mi incontro con angelo e gli altri in piazza, dopo un caffè rapido e qualche ritardatario. Dopo un cammino tortuoso e lungo, conferma del fatto che l’italia è un paese di non automobilisti, arriviamo a Giffoni vallepiana, anche se per arrivarci non abbiamo attraversato di certo una valle piana.

Mi riprendo dalle curve e dalla fatica di ritrovare un posto in cui parcheggiare l’auto e ci avviciniamo all’evento. Li, incontriamo gli altri della produzione, tutti impazienti di poter entrare.

L’inesperienza di alcuni della produzione, che ci accompagna dall’inizio di questo viaggio, e ci lascia con un problema per i pass, ma questa diventa una situazione superabile. Non so cosa ci si aspetta in un posto come questo, vedo intorno a me tanti ragazzi che sembrano essere in vacanza e lontani da tutti i loro problemi.

Entriamo in una grossa sala ormai già piena di ragazzi, e ci accomodiamo in una delle ultime file, ma solo per poco peró. Una ragazza dell’ organizzazione ci chiede di alzarci per fare posto ad altri ragazzi della giuria… meglio loro che noi, dalle mie parti sidice, (Dio mio, fa sta buon ‘o re), giudicheranno il nostro corto e credo abbiano diritto più di noi a stare comodi. La proiezione comincia ed io ho il cuore in gola, ai ragazzi piace perché c’è un silenzio in sala da brivido, in fatti alcune le risate sulle battute di Severino si sentono in tutta la sala.

Sui titoli di coda parte un applauso che mi colpisce per la naturalezza di come nasce. Il battere delle mani e le grida dei ragazzi mi prendono al cuore, la possibilità di avergli fatto vedere un po’ d’Africa e i bambini dell’ associazione mi ha reso orgoglioso. Credo che un’esperienza del genere possa rimanere una delle più belle cose che ho vissuto. Il resto della giornata passa fra le risate ed i tanti commenti e fuori di un bar con il resto della produzione ed i i nostri amici.

Mi lascio alle spalle i diversi problemi che questa produzione ci ha portato, causati dalla presunzione di alcuni, o dalla incoerenza di altri, peró mi sono sentito utile in qualcosa che va oltre.

Questo prodotto sarà la testimonianza di un miracolo compiuto ogni giorno a più di 5000 chilometri da qui e che continuerà ancora per molto.

Un grazie va a tutti quelli che si sono sacrificati per il progetto e ci hanno fatto compagnia in un viaggio intitolato Jere Jef.

Guarda altri lavori di direzione della fotografia.

Jere Jef – Un cortometraggio presentato al Giffoni Film Festival con la direzione della fotografia di Vittorio Errico

On-line il primo teaser del Cortometraggio Jere Jef in concorso al Giffoni film festival.

Una regia di Angelo Mozzillo, con la direzione della fotografia di Vittorio Errico, le musiche di Emilio Di Donato, montaggio di Edoardo Di Sarno, produzione esecutiva di Angelo Agnisola, soggetto di Angelo Agnisola e Angelica Del Vecchio, e con la straordinaria partecipazione di Marcello Colasurdo.

Un prodotto girato tra l’Italia ed il Senegal in favore dell’associazione I bambini d’Ornella e prodotto da Caserta Musica e Arte in collaborazione con DINO film and video factory, supportato dalla Scuola di Alta Formazione Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sez. San Luigi e dal Giffoni Film Festival.