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Arriviamo finalmente a Dakar, dove ci aspetta un omino con la barba bianca, accompagnato da due angeli neri. Questo signore è il protagonista di un sogno, è forse una delle persone che ognuno di noi dovrebbe essere. La grandezza e la generosità di questa persona, che con molta umiltà e un sorriso speciale, mi si presenta davanti agli occhi, per un attimo mi fa dimenticare tutto quello che mi circonda.

Intorno a noi no c’è il panorama di una città esotica che ti accoglie con qualche signorina carina, e un garzone che ti porta le valigie in macchia. Mi ritrovo immerso in un luogo impregnato di tristezza. Mi si parano davanti un gruppo di persone che cercano a tutti i costi di portarmi le valigie, e in cuor mio, non credo che lo facciano per portarle in macchina.
Più avanti troviamo un furgoncino, che all’apparenza, mi pare più grande dell’aereo sul quale abbiamo viaggiato, e di gran lunga più affidabile.
Arrivando al furgone la folla di uomini che cercano di prenderci le valigie aumenta e d’improvviso vedo che , l’omino con la barba bianca comincia una trattativa spietata che lo porterà a diventare furioso nei confronti di uno di loro. Non credevo che un uomo cosi pacifista potesse essere cosi irruento e riuscire a tenere testa a uno alto più di lui.
Il viaggio da Dakar a Yene Kelle è lungo e di notte forse sembrerà interminabile. Dal finestrino riesco a vedere le case e i negozi di questa città che sembra fermata in un tempo ormai passato. Le abitazioni non superano mai i due piani, forse i due piani se li possono permettere i più ricchi.
Ai bordi di questa grande strada troviamo parcheggiate tante auto e parecchie di queste mi danno la sensazione che siano li da una vita, ferme ad aspettare un proprietario che le potesse utilizzare.

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