La direzione della fotografia in teatro e al cinema. Tutto quello che c’è da scoprire nei progetti che ho realizzato come direttore della fotografia.

Un posto magico, fatto di mille segreti e venuto dal nulla. Il mondo dei piccoli, che cattura il cuore dei grandi. Il circo, affascinante equilibrio fra l’arte e l’irreale. Dimora di degenerati ed esiliati che della loro schiavitù hanno fatto una disciplina, che sorridono con un ghigno all’ipocrisia che veste l’indignazione umana.

Circus, l’ultimo videoclip realizzato per gli Upsweep con la regia di Giacomo Siciliani, che mi vede coinvolto nella direzione della fotografia.

Un’esperienza di due giornate passate con un gruppo di ragazzi eccezionali, che sanno trasmetterti una voglia di fare e la passione che tanto manca a questo mondo. Non è facile, oggi, realizzare un buon prodotto solo con la volontà, ma loro ci riescono sempre, facendolo con il cuore e tanta umiltà.

Guarda altri lavori dal mio portfolio.

Circus un video clip degli upsweep - direzione della fotografia vittorio

Vede la mia firma per la direzione della fotografia il lavoro realizzato da Dinostudio per il cantante e musicista Massimo Ferrante. Un progetto che mi lascerà un ricordo bellissimo.

La grande professionalità di Ferrante, e la sua esperienza datata, hanno reso eccezionali le giornate passate sul set. Un’esperienza da ripetere.


Grazie Massimo.

G

Guarda altri lavori dal mio portfolio.

Il live Transumanza Sonora per il quale ho firmato la regia e la produzione del video di Dinostudio.

Uno spettacolo che ha trovato spazio nel cartellone degli eventi Pulcinellamente. Un elegante lavoro che trova la sua collocazione nel territorio dei Brigan, progetto musicale che mescola le sonorità celtiche alla tradizione partenopea e non solo.

I Brigan, composti da Francesco Di Cristofaro, Danilo Parolisi e Gabriele Tinto,

stringono con me, una collaborazione datata che ha visto l’elaborazione di diversi materiali. Un gruppo che esporta in italia e nel mondo un genere tutto proprio, e che regala a chi ascolta la possibilità di vivere la tradizione e la vera musica.

https://youtu.be/UY8r-CqV5fU
https://www.brigan.it

OLTRE LA LINEA

THEATRE XPERIANCE | Rassegna di Teatro Contemporaneo e Danza
Plauto Teatro Studio, 6 Giugno 2014

Compagnia Excursus (Roma)
Progetto artistico Ricky Bonavita, Theodor Rawiler
Compagnia Akerusia Danza (Na)
direzione artistica Elena D’Aguanno

Uno spettacolo di Antonio Iavazzo con la mia direzione della fotografia – Don Chisciotte…

Finisce una tre giorni emozionante, fatta di sudore e divertimento. Finisce un piccolo viaggio realizzato con una compaia di “folli”, così ama definirli il regista. Parlo della messa in scena de Don Chisciotte , Carluccio e la Fattucchiera, fatta al Teatro Civico 14 dal 3 al 5 Maggio, con la regia di Antonio Iavazzo e la mia direzione della fotografia.

Durante queste giornate ho avuto modo di conoscere nuove persone e confermare un meraviglioso rapporto con altre che già conoscevo. Queste giornate sono l’ideale per ricercare nuovi stimoli e nuovi interessi, in un mondo in continua evoluzione come quello del teatro.

Il testo scritto da Antonio Magliulo e riadattato in una maniera straordinaria da Antonio Iavazzo, riporta una storia diversa dal romanzo che tutti conosciamo, caratterizzato da una struttura che abbraccia i più pinti i toni della commedia dell’arte. Personaggi ambientati in una Napoli del ‘600 colpita dalla fame, e protagonisti di intrecci sentimentali e anime “affatturate”, che si sfidano l’un l’altra a suon di bastonate e filtri d’amore. Come in tutte le opere di Antonio Iavazzo non mancano le figure danzanti che, attraverso i movimenti e i gesti di discipline millenarie, rievocano la spiritualità e la vera anima delle “creature teatrali” di questo virtuoso regista.

Insomma un lavoro complicatamente leggero, che affronta tutte le difficoltà dell’uomo attore e dell’uomo spettatore. Scene di fantastici amori e grotteschi duelli, nati dalla mente di un “folle” che guida un gruppo di “folli”.

In scena
dietrolequinte

Guarda altre foto di backstage dei miei lavori.

Un cortometraggio ispirato alla vita di Modigliani con la mia Direzione della Fotografia

Cominciato più di un anno fa, viene portato a termine il cortometraggio ispirato alla vita di Modigliani intitolato “A mo di Modì”, un progetto firmato da Stefano Cominale con la mia direzione della fotografia e prodotto da DINO film and video factory. Il cortometraggio ha assunto diversi aspetti durante tutta la sua tormentata produzione, ma poi finalmente vede la luce premiando in maniera positiva la fatica di chi ci ha messo il cuore nel realizzarlo.

Ci sono state diverse collaborazioni, per questo cortometraggio, di vecchia e nuova origine con la produzione DINO. Come si potrebbe evincere dal trailer pubblicato in questi giorni, la storia oscilla tra una Parigi degli anni venti ed i giorni nostri.

La fotografia di questo cortometraggio cerca di essere la sintesi della pastosità dei colori, che un pittore riesce a mescolare sulla propria tavolozza. La forza dei contrasti fra ombre e luci fra ragione e follia, viene esasperata da un utilizzo costante di singoli punti di luce.

La saturazione esasperata in alcuni punti delle scene d’epoca, rievoca l’artificioso intervento con i colori, che l’uomo effettua sulla tela, rendendo la percezione degli spazi il risultato di un racconto, una rielaborazione di quello che viene vissuto e viene riproposto. I molti neri descrivono in un unico intervento, il carattere bohémienne di Modigliani, e l’instabile stato d’animo di Lei.

Molto interessante è stata l’interpretazione egli ambienti di un’epoca che non ho vissuto, e che potevano essere letti solo con la luce del sole o la debole luminosità delle candele. Un particolare grazie va a tutti quelli che hanno lavorato al progetto e a Salvatore Errico instancabile compagno di viaggio.

Il trailer

 

Un cortometraggio in concorso al Giffoni Film Festival…e chi se lo aspettava?!

Comincia la giornata con la solita telefonata ad Angelo (il regista) per organizzarci sull’ orario di partenza. In parecchi sanno la notizia e mi chiedono cosa stessi provando io rispondo a tutti con la stessa frase: “Fa caldo”.

Mi incontro con angelo e gli altri in piazza, dopo un caffè rapido e qualche ritardatario. Dopo un cammino tortuoso e lungo, conferma del fatto che l’italia è un paese di non automobilisti, arriviamo a Giffoni vallepiana, anche se per arrivarci non abbiamo attraversato di certo una valle piana.

Mi riprendo dalle curve e dalla fatica di ritrovare un posto in cui parcheggiare l’auto e ci avviciniamo all’evento. Li, incontriamo gli altri della produzione, tutti impazienti di poter entrare.

L’inesperienza di alcuni della produzione, che ci accompagna dall’inizio di questo viaggio, e ci lascia con un problema per i pass, ma questa diventa una situazione superabile. Non so cosa ci si aspetta in un posto come questo, vedo intorno a me tanti ragazzi che sembrano essere in vacanza e lontani da tutti i loro problemi.

Entriamo in una grossa sala ormai già piena di ragazzi, e ci accomodiamo in una delle ultime file, ma solo per poco peró. Una ragazza dell’ organizzazione ci chiede di alzarci per fare posto ad altri ragazzi della giuria… meglio loro che noi, dalle mie parti sidice, (Dio mio, fa sta buon ‘o re), giudicheranno il nostro corto e credo abbiano diritto più di noi a stare comodi. La proiezione comincia ed io ho il cuore in gola, ai ragazzi piace perché c’è un silenzio in sala da brivido, in fatti alcune le risate sulle battute di Severino si sentono in tutta la sala.

Sui titoli di coda parte un applauso che mi colpisce per la naturalezza di come nasce. Il battere delle mani e le grida dei ragazzi mi prendono al cuore, la possibilità di avergli fatto vedere un po’ d’Africa e i bambini dell’ associazione mi ha reso orgoglioso. Credo che un’esperienza del genere possa rimanere una delle più belle cose che ho vissuto. Il resto della giornata passa fra le risate ed i tanti commenti e fuori di un bar con il resto della produzione ed i i nostri amici.

Mi lascio alle spalle i diversi problemi che questa produzione ci ha portato, causati dalla presunzione di alcuni, o dalla incoerenza di altri, peró mi sono sentito utile in qualcosa che va oltre.

Questo prodotto sarà la testimonianza di un miracolo compiuto ogni giorno a più di 5000 chilometri da qui e che continuerà ancora per molto.

Un grazie va a tutti quelli che si sono sacrificati per il progetto e ci hanno fatto compagnia in un viaggio intitolato Jere Jef.

Guarda altri lavori di direzione della fotografia.

Jere Jef – Un cortometraggio presentato al Giffoni Film Festival con la direzione della fotografia di Vittorio Errico

On-line il primo teaser del Cortometraggio Jere Jef in concorso al Giffoni film festival.

Una regia di Angelo Mozzillo, con la direzione della fotografia di Vittorio Errico, le musiche di Emilio Di Donato, montaggio di Edoardo Di Sarno, produzione esecutiva di Angelo Agnisola, soggetto di Angelo Agnisola e Angelica Del Vecchio, e con la straordinaria partecipazione di Marcello Colasurdo.

Un prodotto girato tra l’Italia ed il Senegal in favore dell’associazione I bambini d’Ornella e prodotto da Caserta Musica e Arte in collaborazione con DINO film and video factory, supportato dalla Scuola di Alta Formazione Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sez. San Luigi e dal Giffoni Film Festival.

La direzione della fotografia nello spettacolo di Antonio Iavazzo

Questa sera lo spettacolo di Antonio Iavazzo dal titolo “La leggenda del mare“, per il quale mi occupo della direzione della fotografia.
Uno spettacolo pensato in una location bella e mistica, ma allo stesso tempo di difficile approccio.

Il lavoro per il posizionamento delle luci diventa arduo, per il fatto che siamo in un giardino, uno spazio dell’Istituto Sant’Antida di Caserta.

Le luci e tutta l’attrezzatura che necessitano di una struttura convenzionale come quella di un teatro, vengono posizionate sugli alberi, oppure mascherate da elementi scenografici inseriti nel contesto. Un ulteriore difficoltà è dovuta anche alla grandezza dello spazio, avendo quindi l’esigenza di coprire spazi ampi e parecchio articolati.
Ma come tutti gli spettacoli fatti con Antonio Iavazzo, non mi spaventa l’idea di affrontare queste difficoltà.
Interessante il lavoro fatto dagli scenografi Enzo Nuzzo e Pietro Castaldo (Nu.Ca.), compagni di viaggio da tempo, per l’istallazione di elementi scenografici in un contesto naturale come quello del giardino, e superba la loro capacità di adattare gli elementi in maniera pregevole.
In questo spettacolo vi troviamo anche delle installazioni e proiezioni video curate da Edoardo Di Sarno (DINO), elementi altrettanto complementari per un progetto unico impareggiabile.

Di seguito alcune note di regia scritte da Antonio Iavazzo.

Questo spettacolo è ispirato alla “storia” di Colapesce, una leggenda risalente alla tradizione siciliana tradotta anche in altri lingue e dialetti, tra cui quello napoletano. Tutte le versioni, comunque, fanno di Colapesce un eroe che nasce e vive di semplicità. La sua figura, spesso contrapposta a quella di un re avido e meschino, è una metafora del senso del giusto, della misura, del bene, contrapposti alle pulsioni volgari e squallide di esistenze perdute nel “fango” del puro profitto e dello sfruttamento. Colapesce, illuminato dalla sua diversa condizione di uomo a metà tra la terra ed il mare, assume i connotati di una figura salvifica che si spinge per la vastità del Mare, simbolo di Vita e di Conoscenza.
Qui, questo mondo sospeso è stato tradotto in una versione antropologica e magica, densa di suggestioni e atmosfere barocche e misteriose. Su questo humus si innestano, anche attraverso canti, balli, e con installazioni video e soluzioni scenografiche di grande impatto percettivo ed emotivo, gli elementi della “tradizione” esoterica e simbolica di una Napoli immaginaria e visionaria, sanguigna, travolgente, mistica. Un luogo – non luogo che sfuma e oscilla di continuo tra l’immanenza e le voracità del potente – miserabile di turno e il sogno della Purezza incarnato dalla vulnerabilità e dalla delicatezza di Colapesce, in totale accordo con la Natura e il Creato tutto. Una “fragilità” la cui forza è tutta nella Verità. Ciò che è Bello è Vero, e spesso ciò che è Vero si rivela magnificamente Fragile. In questo appassionato tragitto “alchemico” di consapevolezza e salvezza, Cola incarna, tra il grottesco, la commedia, la farsa e la tragedia, tra danze, ritmi, canti travolgenti e di straziante struggimento, la figura eroica ed eterna del Mito rigeneratore e salvifico. Una favola anche delicatamente “ecologica”, in armonia con la leggerezza della vita e la sacraltà di destini segnati ineluttabilmente dalla malattia della Bellezza e della Poesia.

 

Guarda altri lavori di direzione della fotografia.

 

Lasciare un posto sembra sempre una tragedia.
E forse quello che faccio oggi lo sarà ancora di più.
Qui ho ritrovato qualcosa che forse avevo smarrito già da tempo. Circondato dalla fame, dalla povertà più dura, dalla fede per un dio che fosse troppo lontano, mi pare di sentirmi comunque a casa.

Troppo poco il tempo per cominciare a vivere una vera avventura, troppo quello per guardare questa terra da turista. Non siamo rimasti tanto tempo qui, ma sembra di aver vissuto tutto in fretta e col massimo della passione.

Vorrei poter avere più tempo da dedicare a questi bambini, vorrei avere del tempo per poter essere una spalla forte per Seve come lo è Baba. Credo che però anche dall’italia si possa fare molto per loro.

Forse questo potrebbe essere l’impegno più grande e forse poche di quelle cose che ci siamo prefissati di fare arriveranno al termine. Per questi bambini è importante che ci sia qualcuno che li curi, e per quel qualcuno è importante che ci siano persone come noi che li sostengano.

Guardo dal finestrino del pulmino sgangherato un villaggio che dorme ancora, penso alle lacrime di Severino e provo ad immaginare questo posto senza questo gruppo di “bianchi” in giro con la telecamera a dirigere il traffico oppure a spostare oggetti.

Provo ad immaginare in posto lontano da qui ancora da scoprire e in un attimo ricordo la scena che vedevo dai vetri di questo stesso furgone quando siamo arrivati.

Questi posti cambieranno poco in futuro e sono convinto che anche le persone facciano la stessa cosa.

Credo sia questa la salvezza del Senegal.

Guarda le foto nel mio portfolio.

Storie d’Africa – Capitolo 4. Un bene prezioso…l’acqua

Pensavo fosse difficile vivere da queste parti ma non fino a questo punto.

Dopo 62 ore di attività finalmente un po’ di riposo.

Abbiamo finito le giornate dedicate ai sopralluoghi ed ora ci siamo meritati una bella rinfrescata.

Solo che c’è un piccolo problema tecnico… non abbiamo acqua.

E questo diventa grave soprattutto se ci si mette anche la stanchezza e la mancanza di un secchio.

Per fortuna che c’è Dino. Dopo aver comperato un secchio, decidiamo di riempirlo con la riserva che prendiamo dal cortile delle nostre abitazioni, e a rotazione utilizzare la poca acqua che c’è per lavarci.

Mi sento catapultato indietro nel tempo, in uno di quei ricordi che mia nonna mi raccontava, quando si parlava della sua infanzia.

La condivisione in situazioni estreme può essere una cosa importante, e noi per fortuna lo facciamo alla grande.

La nostra squadra non si ferma davanti a niente. Domani gireremo le prime scene e già mi sento meglio.

In fondo siamo venuti qui per portare avanti un bel progetto e dobbiamo avere la forza di portarlo avanti.

Guarda le foto nel mio portfolio o sulla pagina facebook.

 

viaggio in africa manca l'acqua in africa baobab senegal

Storie d’Africa – Capitolo 3. “L’arrivo”

Arriviamo finalmente a Dakar, dove ci aspetta un omino con la barba bianca, accompagnato da due angeli neri. Questo signore è il protagonista di un sogno, è forse una delle persone che ognuno di noi dovrebbe essere.

La grandezza e la generosità di questa persona, che con molta umiltà e un sorriso speciale, mi si presenta davanti agli occhi, per un attimo mi fa dimenticare tutto quello che mi circonda.

Intorno a noi no c’è il panorama di una città esotica che ti accoglie con qualche signorina carina, e un garzone che ti porta le valigie in macchia.

il mio arrivo a dakar. viaggio in africa.

Mi ritrovo immerso in un luogo impregnato di tristezza.

Mi si parano davanti un gruppo di persone che cercano a tutti i costi di portarmi le valigie, e in cuor mio, non credo che lo facciano per portarle in macchina.


Più avanti troviamo un furgoncino, che all’apparenza, mi pare più grande dell’aereo sul quale abbiamo viaggiato, e di gran lunga più affidabile.


Arrivando al furgone la folla di uomini che cercano di prenderci le valigie aumenta e d’improvviso vedo che , l’omino con la barba bianca comincia una trattativa spietata che lo porterà a diventare furioso nei confronti di uno di loro.

Non credevo che un uomo cosi pacifista potesse essere cosi irruento e riuscire a tenere testa a uno alto più di lui.


Il viaggio da Dakar a Yene Kelle è lungo e di notte forse sembrerà interminabile.

Dal finestrino riesco a vedere le case e i negozi di questa città che sembra fermata in un tempo ormai passato.

Le abitazioni non superano mai i due piani, forse i due piani se li possono permettere i più ricchi.


Ai bordi di questa grande strada troviamo parcheggiate tante auto e parecchie di queste mi danno la sensazione che siano li da una vita, ferme ad aspettare un proprietario che le potesse utilizzare.

Le immagini nel mio portfolio e sulla mia pagina facebook

Storie d’Africa – Capitolo 2. “In partenza”

Ogni volta che si è in partenza per un viaggio si ha sempre la sensazione che qualcosa potrebbe non funzionare, o che quando sei li non potresti risolvere i tanti problemi che ti si parano davanti. Vorresti portarti dietro di tutto, per non perdere le comodità che hai.
Un ultimo resoconto prima di partire dallo studio di Dino per capire se nelle troppe valigie c’è tutta l’attrezzatura e gli oggetti che ci servono. Dopo l’ennesima lista ripetuta mentalmente, si parte per questo lungo viaggio.

L’arrivo a Caserta ci fa conoscere tre nuovi compagni di viaggio. Prima di incastrarci tutti in due macchine salutiamo per un ultima volta chi ci sta sempre vicino e ci accompagna in ogni posto.
Difficile staccarsi da chi ti vuole bene, pensando che forse quell’avventura che stai per fare la potresti condividere con chi ti sta sempre vicino.
Il viaggio verso Roma ci fa capire, ancora una volta che una donna al volante è sempre pericolosa, ed è anche pericoloso stare dietro a chi guida per 300 chilometri, a 100 kmh.

Viaggiamo stretti per le troppe valigie, e per l’auto troppo piccola, ma con la voglia di scoprire cosa ci sia dall’altra parte che ci aspetta….il continente nero.
L’aeroporto si presenta con un parco pieno di giganti strutture, tutte venute da un film. Mi pare di stare in un posto magico che anticipa un viaggio verso un altro pianeta.

Dopo un breve spuntino fatto con il famoso panino con la cotoletta, che ha sempre lo stesso sapore ovunque tu vada. Ci incamminiamo per arrivare nel settore dell’imbarco.

Scopriamo che l’aereo sul quale viaggeremo è più che altro un bus con le ali, ma questo non ci scoraggia. Invece, ci scoraggia il fatto che abbiamo effettuato già tre controlli, e ne faremo degli altri lungo tutto il percorso.

Un entrare ed uscire da aeroporti dove non ti è possibile imbarcare oggetti che possono creare dei danni o mettere a rischi la sicurezza dei passeggeri, ma puoi tranquillamente comperare di tutto all’interno dell’aeroporto sesso. Alla faccia del sistema di sicurezza!
Finalmente dopo l’ennesimo controllo, ci si imbarca. Il mio posto da numerazione capita vicino al finestrino e come al solito sull’ala.

La prima sensazione è che l’aereo, presentandosi in una condizione di degrado estetico, non possa arrivare all’atterraggio.

Il seguito dimostrerà che le nostre sensazioni sono giuste…

Presto condividerò le mie foto sul mio portfolio e la mia pagina facebook.

Store d’Africa – Annotazioni di un viaggio

Un progetto ambito e molto suggestivo il cortometraggio dal titolo Jere Jef, che sto per girare in Africa.

Angelo Mozzillo, giovane regista nonché amico mio, mi ha voluto con se per questa nuova produzione ed un viaggio tutto da scoprire…
Si tratta di un cortometraggio prodotto da Caserta Musica, del quale gireremo parte in Italia e in parte in Africa.

Sono emozionato soltanto all’idea di scoprire cosa mi riserverà in continente nero e cosa mi lascerà questa nuova avventura. Con noi in questo viaggio ci sarà Edoardo Di Sarno che si occuperà delle riprese ed altri personaggi che conosceremo una volta arrivati li.
Il tutto viene reso ancora più interessante dal fatto che il progetto nasce per promuovere un’associazione umanitaria, I bambini d’Ornella, che lavora attivamente in quel territorio.

La partenza è prevista per il giorno 15 Aprile…
Cercherò di effettuare nuovi aggiornamenti.