L’estetica della propaganda

L'estetica della propaganda - Immagini di campagne social di fratelli d'italia

In un mondo fatto di velocità, ex tweet ora semplici post, e reel, si va sempre più veloci e non c’è tempo per gli approfondimenti o lo studio delle origini delle informazioni. 

Eppure in questa autostrada piena di macchine a tutta velocità c’è qualcosa di profondo che ha cominciato ad avere un notevole cambiamento. 

Che sia un tema politico, economico, o semplicemente un pensiero condiviso, l’estetica ha cominciato ad essere centrale nel modo di comunicarlo. 

Quante volte ho sentito “bada alla sostanza e non alla forma”, mai come oggi questa frase risulta essere distopica e molto antiquata allo stesso tempo. 

In un processo mediatico che ci assale giorno per giorno su tutti i canali, fino ad arrivare ai manifesti per strada.

L’estetica della propaganda prende il sopravvento colpendo sempre e comunque in maniera superficiale, causando danni alla collettività enormi, senza perdere qual fascino d’altri tempi… direi “nostalgico”. 

Ma come funziona?

Da tempo in politica si usano sempre di più le regole del marketing, che negli anni si sono affinate rendendo strategiche le campagne sempre più vitali nella vendita di un bene/prodotto/servizio. 

Ma in questo sistema di “vendita della politica” attuale, l’estetica gioca un ruolo più centrale.

Con l’avvento dei processi comunicativi sempre più visual e con meno contenuti testuali, come gli articoli di giornale una volta, la politica moderna corre ai ripari e comincia a lavorare di fino sul visual content. 

In questo c’è da dire che, come per le aziende che investono in comunicazione, chi ci è arrivato prima ha ottenuto un bel vantaggio. 

Basti pensare al lavoro svolto dal team “La bestia” di Salvini, che sui social è riuscito per un periodo di tempo a cannibalizzare i canali, che fino a quel tempo raccoglievano contenuti effimeri, e d’altra portata.

Uno sguardo rapito dalla propaganda estetica.

Fatta di immagini, ritagliate, slogan impaginati, con tecniche pubblicitarie attuali. Un terreno poco battuto dai suoi colleghi, ma fino ad un certo punto, che però ha procurato degli effetti “positivi” sulla figura di un politico. (Per positivi intendo visibilità e consenso. Fa strano scrivere la parola Salvini è positiva nella stessa frase) 

Con il passare del tempo questo modo di relazionarsi ai social è diventato un metodo centrale nello scenario politico italiano, arrivando, in alcuni casi, a sostituire i canali istituzionali, oppure quelli standard della comunicazione. 

Basti guardare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che non partecipa ad una conferenza stampa da molti mesi (Quasi un anno). Però, nello stesso tempo, produce ed ha prodotto dei contenuti visivi sui propri canali social, costruiti ad hoc per garantirsi un messaggio politico sempre presente. 

Ma cosa stiamo vedendo oggi?

L’estetica della propaganda ha navigato le ore più buie della comunicazione in tutto il mondo.

In un contesto di conflitti mondiali, il metodo scientifico di ritagliare un’immagine e propagandarla a proprio uso, riesce a distogliere lo sguardo dei più, da quelli che sono i veri problemi.

Oggi più di eri e meno di domani, la violenza nei visual, usata dai politici “di professione” colpisce sempre di più. 

In questi giorni c’è stato un forte movimento d’opinione che dal basso è riuscito a riversare nelle strade e nelle piazze fiumi di gente.

Un movimento di persone che non si vedeva da anni. Adulti, giovani e bambini che INSIEME condividevano una richiesta semplice e precisa. 

Eppure in questo caso, l’estetica della propaganda ha prevalso ancora. Con le più disparate tecniche di marketing puro come ad’esempio il Negative Approach, che siamo abituati a vedere sui prodotti dei supermercati, i “propagandisti professionisti” hanno lavorato in maniera certosina i più disparati e fantasiosi argomenti spostando il focus della questione. 

Un effetto che continua in maniera perpetua e viene rilanciato dalle testate giornalistiche, sempre più vuote, portando a svanire la vera essenza del messaggio. 

Cosa ci riserva il futuro?

L’estetica della propaganda, diventerà il vero messaggio che ci rimane.

Dimenticheremo la sostanza e baderemo sempre di più alla forma, facendo parte di un gioco comunicativo che ci farà rimbalzare da uno slogan all’altro, perdendoci in un mare di superficialità che inonderà il pensiero critico delle persone.

Non bastano più l’autorevolezza delle fonti, perché oculatamente comprate da chi ne ricava gli interessi. Non basterà più il lavoro di fact checking, se un visual potente avrà un processo di imprinting enorme nella mente di chi lo osserva

Si potrebbe cominciare dal basso lavorando sullo sviluppo del pensiero critico nei bambini. Investire nell’educazione e consegnare degli strumenti di auto difesa ai più piccoli, che proveranno, da grandi, a cambiare le regole del gioco. Ma di questo ne parlo in un altro post

Quello che posso solo dire, è che queste righe che ho scritto sono già troppe per gli utenti del web. Quindi se sei arrivato fino a qui a leggere, è perchè anche tu come me hai l’esigenza di liberarti dalla forma e spingerti nella sostanza delle cose. 

Mi piacerebbe scrivere ancora su questo argomento e mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.

Magari su quest’autostrada piena di veicoli in velocità, potremmo incontrare qualcuno che va in bicicletta… pedalando… piano.