Con questo articolo non voglio parlare del gesto criminale compiuto perché sono estremamente convinto che andrebbe punito.
Ho deciso però di parlare dell’argomento perché leggendo i diversi commenti scritti ho avuto la percezione che quell’opera non piacesse a molte persone.
E quindi mi chiedo:
Un opera del genere è capita da tutti?
Immaginando le conversazioni che ho avuto in passato con persone che non sono sempre abituate a osservare un’opera d’arte, ho capito che l’estetica del figurato, delle opere classiche o rinascimentali, per esempio, hanno un impatto molto più diretto rispetto a produzioni artistiche più contemporanee e più criptiche.
Questo perché il figurato trattato in maniera più tradizionale è di facile lettura anche per chi non ha gli strumenti per poter leggere il concetto che vi troviamo dietro.
Per questo motivo artisti contemporanei come Jago o Jorit per citarne alcuni, riescono ad avere un impatto più diretto con il pubblico perché adottano un linguaggio molto più semplice.
Io penso che l’arte contemporanea, in gran parte, ribalti i due aspetti alla base di ogni opera. Il pensiero e la rappresentazione.
In alcuni lavori contemporanei, il pensiero, il messaggio sta alla base della processo creativo, e la rappresentazione, spesso, passa in secondo piano. Lasciando all’utente il compito di ragionare, pensare, e aggiungere elementi a quella stessa opera. In questo caso l’osservatore viene lasciato da solo a comprendere un concetto e chi non ha gli strumenti giusti, rischia di commettere degli errori.
Provo, quindi , a raccontarti l’opera qui.
Pistoletto nel lontano 1967 ha realizzato la Venere degli Stracci per la prima volta. L’opera prende in prestito dallo scultore Bertel Thorvaldsen la venere con la mela che l’Artista Michelangelo Pistoletto posiziona davanti ad un cumulo di stracci.
L’dea dell’opera in generale per spiegarla in poche parole (anche se potremmo parlarne) è quella di guardare con attenzione a questo mondo che continua a trascurare il bello e che lascia sempre più scarti, più rifiuti, ma dal punto di vista sociale.
Il cumulo di abiti dell’essere umano non più indossati, hanno avuto una vita in passato, una storia vissuta e poi vengono abbandonati e svuotati della personalità.
Un po come accade con le relazioni, o i progetti di vita. E la venere che rappresenta il bello che insiste ad esistere e che viene dal passato cerca di ripristinare questo scempio che sta accadendo.
Nell’installazione dell’opera di Pistoletto in Piazza Municipio a Napoli, a mio parere ci sono state, però, delle problematiche.
Vista dal vivo rispetto all’originale che ho potuto solo vedere dalle immagini, ho percepito da subito una problematica basata sulle proporzioni.
Si perché era troppo grande rispetto al cumulo di stracci la venere.
Capisco che la piazza in cui è stata collocata era relativamente ampia e quindi si sarebbero perse le proporzioni inserendo un’opera che rispettasse le misure originali.
Era quello un posto dove collocarla?
Forse si poteva individuare una collocazione più adeguata per rispettare le proporzioni e le misure originali
Ma questa è una decisione dell’artista che spero l’abbia presa in considerazione e quindi chi siamo noi per controbatterla?
In sostanza spero che da questa storia vengano studiati i punti veramente critici di questo progetto.
Riuscire a sensibilizzare maggiormente gli osservatori prima ancora di pretendere che quell’opera possa essere capita e compresa da tutti.
Quando il pensiero di un artista viene raccontato in maniera semplice ed immediata anche un bambino potrebbe apprezzarne l’estetica e forse magari lasciare quel seme che un giorno possa chiamarsi rispetto dell’arte.
Non possiamo pretendere che un progetto o una performance vengano comprese da tutti indistintamente.
Basta con l’idea che un concetto dietro un’opera debba essere capito solo da pochi e provvediamo a rendere semplice la comunicazione dei concetti artistici a tutti quelli che la osservano.
Raccontare un’opera d’arte è importante.
Ti lascio qui un video che ho pubblicato sul mio canale youtube che racconta in maniera più ampia il mio punto di vista sull’argomento.