Ormai sentiamo dire questa parola troppo spesso. Abbiamo imparato a conoscerla in un periodo orribile e parecchi prima non ne sapevano nemmeno l’esistenza. Ma che cosa significa per noi oggi?

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Sono oltre 15 anni che faccio questo lavoro. Un lavoro che chiamo ancora passione.

Da parecchi anni mi ritrovo a confrontarmi con un tema molto arduo: il mio cliente ha le idee chiare?

Sì, perché questa è l’unica cosa da non sottovalutare quando si lavora con una committenza.

Riuscire a comprendere l’idea di chi ti sta chiedendo di realizzare qualcosa per se o per la sua azienda.

Tantissime volte (soprattutto nei primi anni) facevo l’errore di proporre delle cose che appartenevano alla mia idea di immagine o di design, ma che in realtà si allontanavano molto da quella del mio cliente.

Forse per mia inesperienza oppure perché, in quel caso, il mio committente non aveva le idee ben chiare.

Come faccio adesso in studiomono ad avere le idee chiare su cosa vogliono e cosa piace ai nostri clienti?

Nel corso degli anni ho imparato a capire, e studiare, i gusti personali di chi mi chiede un progetto. È molto importante capire con chi sto parlando e qual è il suo background.

Da non sottovalutare è lo stile che il mio cliente vuole dare alla propria azienda. Non mi dimentico mai  che il nostro lavoro verrà impiegato per questa realtà e che dovrà soddisfare tutte le esigenze di chi lo commissiona.

Questo ovviamente non significa che ogni progetto verrà realizzato per accontentare chi lo commissiona, perché deve esserci sempre qualcosa di mio. Qualcosa che propone il professionista nel quale confida chi chiede un progetto.

Ovviamente si lavora meglio quando, chi ti chiede di progettare qualcosa per sé, ha le idee molto chiare. Sì, perché in quel caso si lavora in linea.

Non c’è miglior cliente di chi già sa il fatto suo.

Tanti colleghi mi dicono che con un cliente che ha le idee ben chiare si hanno molti paletti nella commissione. Ma il segreto sta proprio in questo!

Meglio un committente che ha le idee chiare e ferme invece di uno che ti lascia brancolare nel buio.

Spesso mi sono ritrovato a correre dietro una cosa inesistente, e che non accontentasse le aspettative di chi commissionava quel lavoro, il tutto proprio perché non c’erano idee concrete di quello che si chiedeva.

In questo caso la scelta migliore è stata quella di fermarsi e di ricominciare da capo, cercando fino in fondo di capire dove fosse conservata quella lampadina accesa.

La mente di un cliente è come una stanza piena di cose messe a caso: influssi dall’esterno, da altre aziende competitor, dai social media sempre pieni di informazioni, dalla televisione con target sempre più fuori fuoco.

Riconoscere la direzione da prendere attraverso l’ascolto, la comprensione delle esigenze, lo studio della soluzione migliore e l’attuazione di un progetto in linea con le aspettative.

Il mio lavoro mi piace sempre di più, perché mi pone ogni giorno davanti a tutto questo, e la soddisfazione maggiore è quella di riuscire sempre a realizzare qualcosa che restituisca, a chi mi commissiona un progetto, tutto quello che desidera.

Amo il mio lavoro, e tu?

Se chiedessi a qualcuno dove ha comprato la sua mascherina, lui ti risponderebbe: al tabacchi, oppure in farmacia, su quell’e-commerce o su quell’altro, o ancora dal suo sarto, nell’atelier sotto casa, nel negozio al centro commerciale, magari addirittura griffata di quel brand o di quell’altro.

La mascherina, ormai, è diventata un’icona dell’anno che ci lasciamo alle spalle e di un’epoca segnata dalla paura e dal pessimismo.

Come la Marilyn di Warhol, la Gioconda di da Vinci, come i baffi di Dalì: icone che hanno segnato le immagini del nostro tempo. La vedranno sui libri di storia, nei cataloghi dell’arte contemporanea, sui ritagli di giornale conservati in un cassetto.

Come sarebbe stata quest’epoca senza questo simbolo che ci ha diviso e che ci ha legati tutti? Potevamo mai immaginare che un dispositivo chirurgico, simbolo di una determinata o più malattie, oppure di una o l’altra professione, diventasse il simbolo di una popolazione unica? Uniti sotto la stessa bandiera che ora è dotata di due elastici di tipo FFP3.