Fortuna che non ci sei, oggi. Hai evitato di vivere un brutto periodo. Sono scomparse tante persone a cui tenevi. Persone che hai amato e che ti hanno amata. Ma poi anche tante altre che non conoscevi nemmeno. Come una guerra, migliaia di morti. Dicono per colpa di un virus…secondo me per colpa chi doveva fare cose che non ha fatto e poi se la prendono con i medici.
Fortuna che non ci sei, perché avresti visto una famiglia ridotta a brandelli. Forse, proprio perché non ci sei.
Fortuna che non ci sei perché mi avresti visto fallire. Fallire nel lavoro come il professionista che manco d’essere, fallire nella vita come uomo e padre mancato. Forse questa, conoscendoti, sarebbe stata una delle cose più strazianti per te. Per te che amavi il nostro futuro, il mio e quelli di tutti noi. Sarebbe stato straziante per te perché al solo pensiero di vedermi piangere saresti stata male.
Fortuna che non ci sei, perché t’avrei promesso di fare cose che non sarei riuscito a mantenere. Come quella volta che mi dicesti, nel letto di casa tua che stavi morendo ed io esclamai “Ma quanne maje!?!? Vedrai che adesso in ospedale di daranno qualcosa per farti stare meglio e passerà tutto.” Quella frase te l’ho detta sul serio, perché ci credevo davvero. Ti ho detto quelle parole perché ci credevo…ma poi, non è stato così.
Fortuna che non ci sei perché sarebbe stato brutto vederti, oggi, festeggiare un compleanno e mentirti su come stavo. Come quelle volte che lo facevo e ti dicevo: “Sto bene. Va tutto bene.”
Forse, l’unica sfortuna perché non ci sei, è quel caffè che mi prepararvi subito dopo che te lo dicevo. Perché sapevi che qualcosa non andava e facevi finta, che intanto, andasse tutto bene. Quel caffè che riparava ogni danno, e diventava uno scudo col quale affrontavo la vita. Quel caffè che mi ha fatto crescere e dimenticare.
Fortuna che non ci sei…ma manchi comunque.
Auguri, ovunque tu sia.