Nel lavoro come nello sport dobbiamo essere tutti Alessia Orro

Una mia illustrazione di Alessia Orro nazionale di Pallavolo Femminile - Nel lavoro e nello sport dobbiamo essere tutti Orro

Siamo sempre abituati ai grandi gesti di chi compie azioni memorabili. Senza prendere in considerazione che quel gesto è parte di un processo lungo e molte volte, quasi sempre, un lavoro di squadra. 

Nello sport come nel lavoro il risultato di un singolo può cambiare le sorti della storia di quell’azienda/brand/squadra.

Un gesto unico irripetibile, un traguardo raggiunto, un punto all’ultimo secondo, un sorpasso imprevedibile, resta nella storia come il gesto indelebile di un eroe. 

Ma cosa c’è dietro a quel gesto? Un lavoro di squadra. 

Ieri ho guardato la partita in diretta della nostra Nazionale di Pallavolo ed ho visto quanto questo messaggio deve essere scolpito nella pietra. 

I miei occhi so sono soffermato non solo sui gesti di Egonu, Omoruyi, Nervini, Sylla, Giovannini o la statuaria Antropica.

Loro hanno un fardello da portare avanti. Schiacciare e fare punto. È a loro che vanno le più forti critiche, punta dell’iceberg che se non fa segno, allora non va bene.

Ho sentito da parte dei cronisti esultare per le loro imprese, e giustificare i loro piccoli insuccessi.

Ma il mio sguardo non va a loro soltanto…

Alessia Orro, il numero 8

Va a chi sta dietro e fa il lavoro sporco. Va a chi ha ricevuto le legnate della Vargas in battuta. A chi salva quel punto impossibile per poi rilanciarlo in alto sotto la rete. Servito a pennello in quel punto preciso. 

Mi riferisco ad Alessia Orro.

Un ruolo il suo molto delicato. Un anello della catena che se ha funzionato, ti porta in alto, ma altrimenti criticato.

Seppur con un problema alla caviglia, la dimostrazione di un’atleta che ha vinto e che i suoi gesti, ad un osservatore sprovveduto, possono essere sembrati invisibili. 

Salvataggi che, a parer mio, avrebbero segnato in negativo la storia di una squadra, che dopo venti anni ha colpito nel segno. 

Passaggi, che hanno potuto portare a punto, e salvataggi che hanno dato il giusto peso a tutta la squadra. 

Nello sport come nel lavoro

Nel mio lavoro di certo vige quest’idea. La squadra prima del singolo. Un atteggiamento giusto è quello di fare rete e costruire un gioco comune che resta a portare il team a punto.

Proprio come nella nazionale di pallavolo, c’è chi para i colpi che arrivano dall’altra parte della rete, senza far subire all’intero team il peso della sconfitta.

C’è chi porta la palla nel punto preciso dove serve, per dare la possibilità a chi sta davanti di fare punto. 

Proprio per questo amo il lavoro di squadra, e mi rende orgoglioso ringraziare l’intero team quando raggiungiamo degli obbiettivi tagliando il nostro traguardo. 

Non ho mai creduto all’individualismo di un singolo detentore del successo, ho sempre portato avanti il mio team prima di me.

Siamo tutti il numero 8 di una squadra.

Siamo i palleggiatori che portano sotto rete quella palla che è il nostro progetto.

Siamo tutti quelli che facciamo il “lavoro sporco” senza mai prevalere l’uno sugli altri. 

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