Ormai sentiamo dire questa parola troppo spesso. Abbiamo imparato a conoscerla in un periodo orribile e parecchi prima non ne sapevano nemmeno l’esistenza. Ma che cosa significa per noi oggi?
Mi sono sempre impegnato ad avere uno studio nel quale accogliere i miei clienti o dove ritrovarmi con i miei collaboratori.
Qualche volta ho pensato di farne a meno, riducendo così le spese e le energie per sostenerlo… ma poi ho cambiato idea. Avere un luogo di incontro dedicato, ed in linea con quelle che sono le mie esigenze lavorative, mi ha sempre stimolato.
Al mattino quando scendo per raggiungere il mio studio è come puntare la bussola verso casa. Una direzione da prendere ed una meta da raggiungere ogni giorno. Sulla scrivania gli appunti del giorno prima, la luce che filtra dalla vetrata, quel profumo che sa di lavoro. Un posto dove incontrare chi collabora con me e riunirsi intorno ad un buon caffè per discutere, organizzare, creare.
Poi arriva la pandemia che ci obbliga a restare a casa e modifica le nostre giornate. Trovare un metodo di condivisione in cloud, riunioni in video conferenza, fotografie di appunti da condividere.
Ma lo smart working era ed è sempre stato il mio metodo di lavoro in studio.
Sì, perché ho sempre avuto il mio lavoro in un portatile, avendo la possibilità di aprire un device ed essere connesso con il mio lavoro.
Eppure in questo periodo mi è mancato tanto lo studio. L’ho cercato e l’ho vissuto comunque… anche in solitudine, perchè lo studio è casa mia.
Non credo che lo smart working vada bene per ogni tipo di attività. Di sicuro può essere un metodo utile in alcuni lavori ma non nel mio. L’esigenza di stare seduti allo stesso tavolo e di condividere le stesse idee, ascoltando un brano, disegnando sullo stesso foglio, toccando le carte o sfogliando le pagine di un libro.
La creazione di un nuovo marchio, o lo studio di un packaging, esige un lavoro di squadra, e il flusso condiviso di idee. Flussi spesso filtrati dalla tecnologia o non sempre fruibili a distanza.
Insomma, lo smart working è sempre esistito per me ma, potendo scegliere, preferisco vivere il mio studio e condividerlo insieme a chi lo vive con a me.
Sarò tradizionalista, ma a me piace così.