La paura del foglio bianco attacca tantissimi disegnatori, autori, creativi in genere. Ma la paura più grande è la paura di avere paura del foglio bianco. Sembra un gioco di parole ma alla base del “blocco dell’autore” c’è la paura del blocco. Una mente poco allenata ha meno attitudine ai processi creativi. Un processo creativo è la sequenza di immagini o pensieri che nascono da un pensiero o immagine e poi a cascata, come un effetto domino, arrivano ad un concetto più elaborato. Non è sempre d’obbligo che il punto di partenza sia la versione basic e quello d’arrivo si advanced –  quasi sempre ti capita che l’inizio del processo creativo sia in un punto totalmente diverso dall’idea materializzata alla fine del percorso. In poche parole: il processo creativo è un viaggio che nella nostra mente attraversa diverse città e posti da visitare.

Come faccio io ad ispirarmi? Non ho una regola ben precisa ma potrei riassumere in diversi metodi la ricerca che faccio per lavorare ad un progetto nuovo, se l’idea non arriva.

Fare la spesa al supermercato

Posso capire che in tanti odino fare la spesa perchè ti fa perdere tempo e spesso ti stanca – pensando alle buste piene da portare a casa – io invece amo fare la spesa perchè mi ispira. Viaggiare fra gli scaffali di un supermercato ti aiuta a comprendere l’andamento del design nel mondo magico dei consumatori. La scelta del font per il restyling di una bottiglia d’olio, oppure la carta opaca di un pacco di biscotti possono diventare il punto di partenza di un’idea. Insomma se mi si inceppa il meccanismo non mi rimane che farmi l’elenco delle cose da mettere in dispensa e correre al supermercato.

La ricerca piantata in un vaso

I fiori o le piante, ma lo stesso sporcarsi le mani di terra innescano un meccanismo totalmente diverso da quello della passeggiata fra le corsie di un supermercato. In questo caso la mente riesce a liberarsi dalla zavorra delle troppe informazioni accumulate e puoi focalizzare l’attenzione su elementi semplici come la struttura di una foglia o una visione in “macro” di una zolla di terreno. Fra le foglie di una pianta di pomodori ho trovato l’ispirazione per la realizzazione di un logo. Non dico che stava li in mezzo alle foglie, ma è stato in quell’attimo di stasi che ho messo a fuoco una cosa che non avevo sotto gli occhi.

La pubblicità in TV

La varietà di immagini e di argomenti che saltano da un contesto all’altro in brevissimo tempo crea un maggiore dinamismo nella mente. Ma facciamo attenzione a non subirla in maniera passiva. Da piccolo mi appassionava guardare la televisione, ma di più, la pubblicità in televisione. Con il tempo ho capito che non guardavo quello che mi capitava davanti agli occhi, mi soffermavo sui dettagli. Cercavo di capire cosa ci fosse dentro e dietro alla scena. In che modo la cioccolata potesse uscire da un cornetto appena aperto, o come potesse un prodotto fluttuare su un tavolo senza vedere i fili che lo reggessero. Insomma, la pubblicità mi ispira perchè è un contenitore pieno di input e dopo averli drenati qualcosa rimane sempre. Non mi meraviglio quando mi dicono che mi appassiona guardare tutto, anche la pubblicità in televisione, che i maestri del telecomando evitano.

I concept nascosti nelle persone

Scendere a farsi una passeggiata in piazza, oppure prendere un caffè al bar mi aiuta a concentrare le forze su quello che mi rimane dentro alla testa. Non so per gli altri, ma io quando sono davanti ad una persona mi soffermo molto ad osservare i dettagli. Un neo, oppure una macchia negli occhi mi aiuta ad evadere da tutto quello che stava nella mia mente qualche secondo prima e mi ritrovo ad osservare il mio progetto dall’alto. Estrapolato furi dal contesto, in alto, dove il quadro completo si palesa davanti ai tuoi occhi. Si, proprio li è il posto in cui trovo l’ispirazione.

Più che un consigli su come trovare l’ispirazione potrebbero sembrare delle giustificazioni al non fare niente, oppure alle troppe volte che sono in un posto e mi blocco a fissare il vuoto. Credo che forse sia proprio quello il senso. Una regola fissa non c’è ma l’unico segreto è: distogliere lo sguardo da quel foglio bianco, la strada per affrontarlo dopo qualche ora, o giorno, con una visione più chiara. La vera ragione che mi fa amare il mio lavoro è proprio questa. Non esistono regole contro la paura del blocco del foglio bianco, ma esiste un modo per non avere paura di avere paura. Il tempo che scorre è esso stesso un’esperienza creativa. Quasi sempre, alla fine di ogni giornata, esclamo la frase “Anche oggi non ho fatto niente!” – in realtà non è così.

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