Avere la sensazione che sbagli sempre.
Discorsi buttati al vento che non ritorneranno mai indietro.
Aggressioni scolpite sulla pelle di una lei che non è la tua ragazza.
Lei vita da cane ma senza le pulci.
Vita molesta di un insegnate con lo sguardo alla classe vuota.
Voltando la pagina è che scopri il bianco di un libro finito prima dell’inizio.
Non ti vedo più come prima, allo specchio di quelle mattine di primavera.
Tornando in te è che a te si ritorna.
Mente che viaggia da sola sull’autostrada della non curantia.

Si è visto mai che ci sta qualcuno che parlasse e non ci fosse un solo cretino che grida: “hai ragione!”. Non per vantarmi ma qua al giorno d’oggi ti danno un microfono e millelire e subito mi pare che a tredici anni sei stato al fronte. Non che io sappia scrivere di meglio, ma se tu continui a parlare peggio del tuo culo non mi chiedere di ascoltarti.

Mi dici che la parola è libera, ma la trasmissione è sua, e poi ci si mette la pubblicità e quell’altro che mi pare uno bravo, che magari sa pure il fatto suo. Non m’importa di che partito sei fatto, tanto sono tutti dello stesso. Il partito della millelire. Uno in fondo al corridoio l’ho sentito gridare: “avessema turnà a lira!”. Mi dispiace per mio padre che si sogna le marchette la notte e fa a botte col postino per non avere la bolletta da pagare…ma io il microfono non lo tengo e magari avessi pure la millelire.