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Ho scelto te per passione, ho scelto te perché amavo il tempo, ho scelto te perché sapevi riconoscere i miei disagi. Hai scelto me perché non pensavi che ti scegliessi.

Capir con certezza che prima del tempo,
che creati da estranea entità, fossimo univoca materia.
Separati più, che allora, dall’ira di un dio che dell’invidia forgiava il suo carattere.
Restammo a vivere in due mondi divisi, coi pensieri a legare l’aria,
coi corpi ad alimentar menti diaboliche di voglie.
Solo ieri, a dare la sensazione d’averti vista,
so che eri con me da sempre, e mi parea viverti più d’allora.
Solo oggi a intrecciar i due lembi dal porpora colore,
la passione che della vita porta avanti i respiri,
a toccare col viso il nero che da dimora agli astri,
a mangiar con le dita le morbide nubi.
Sono te ora più di una volta, e sento l’eternità che non può lacerare il cuore di tutt’uno.

Sogno raramente, e penso ancora di meno. Mi pare scoprirti ma non vedo nient’altro che buio. Mi sembra toccarti ma soltanto nei ricordi più vaghi. Non ascolto te ma so che facendolo mi abbandonerà il cuore.

Ho ascoltato un uomo che soffriva per aver perduto l’unica cosa che si potesse chiamare donna. Ho ascoltato un uomo che a vederlo pareva l’avesse uccisa con le sue stesse mani. Ho ascoltato un uomo che piangeva per aver tradito l’unica vera vita che gli era rimasta. Ho ascoltato un uomo che quando lo vedevi non pareva di stare li con lui. Ho ascoltato lui e pareva di ascoltare me.

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